venerdì 1 agosto 2014

1° Febbraio 2014 / 1° Agosto 2014 // Ex Caserma Liberata // 6 mesi di occupazione

Sviluppo, progresso, sicurezza, rilancio della produttività, riqualificazione del territorio, libero scambio delle merci, sono le belle parole del nuovo millennio, pronunciate dai consulenti del marketing politico e territoriale e dietro le quali si celano la sottomissione alle leggi del mercato e del consumo, il controllo sociale, l’annientamento delle diversità e la discriminazione dello straniero. La sera del primo febbraio, abbiamo occupato l’Ex-Caserma Rossani, liberandola dal silenzio, dal vuoto e dall’abbandono, riempendola con i corpi, le idee, l’elaborazione politica e i bisogni di libertà in movimento che si sostengono sul sapere collettivo, sull’intreccio di bisogni, desideri, pratiche, idee, sullo scambio orizzontale e sul rifiuto del principio di delega. A sei mesi dal primo passo, abbiamo già consumato diverse suole di scarpe per sostenere e (auto)finanziare, grazie al contributo libero, le 108 iniziative politiche e sociali fra presentazioni, proiezioni, dibattiti, concerti, mostre, reading, djset, performance teatrali, libere e accessibili a chiunque ed al fuori di ogni logica di lucro. 




Da qualche giorno “è comparso” sul muro d’entrata dell’ EX CASERMA LIBERATA un murale che si compone di tre “parole d’ordine”, tre direttrici attraverso cui si snoda il pensiero, l’agire politico che caratterizza lo spazio occupato: 

LOTTARE, contro la speculazione, contro il progetto Fuksas e contro un'idea di città fatta solo di mattoni e decisioni calate dall’alto volte a soddisfare gli appetiti dei soliti imprenditori. 

OCCUPARE, spazi da autogestire, per ribadire la centralità dei bisogni di chi non ha nulla, di chi non ha un lavoro e non lo avrà mai, di chi reclama reddito per vivere, di chi non si adatta ad una società che mercifica le relazioni. 

RESISTERE, contro il capitale, contro lo sfruttamento, contro la guerra e contro la perdita di senso delle parole assecondate ai dettami del marketing e della pubblicità. 





Al netto delle chiacchiere, in sei mesi abbiamo pulito, spazzato, lavato, rimaneggiato, montato e smontato, adattato, ricollocato, aggiustato, segato, piallato ogni pezzo di legno, mattone o altro elemento trovato, per rendere l’EX CASERMA LIBERATA un luogo di scambio che pretende di essere attraversato per essere vissuto perché, la Libreria Popolare “Pavlos Fyssas”, la Palestra Popolare “Morad Tahiri”, il Cineteatro, lo Skate Park “Skate & Destroy”, il Laboratorio Artistico, uno spazio per le mostre, la sala prove (in via di realizzazione), l’infoshop (in via di realizzazione),non rendono l’idea di cosa è giorno per giorno “costruire” l’Ex-Caserma Liberata, se non la si attraversa e non la si vive con tutte le sue meraviglie e tutte le sue contraddizioni. 

6 MESI DI OCCUPAZIONE, SEI MESI DI AUTOGESTIONE, SEI MESI IN RIVOLUZIONE 

Collettivo Ex-Caserma Liberata 


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