venerdì 5 settembre 2014

Sull'aggressione di stampo razzista a Corato il 2 Settembre 2014

L'ennesima aggressione con connotazione razzista è avvenuta questa volta a Corato, il 2 settembre, nei confronti di un ragazzo gambese che, “sorpreso” a camminare per strada, veniva fatto oggetto di scherno e deriso, picchiato, inseguito fin dentro casa. Il comportamento delle “forze dell'ordine” è stato quantomeno ritardatario e vigliacco: ritardatario quando il ragazzo va a citofonare ai carabinieri, dopo la prima aggressione, e attende inutilmente per più di dieci minuti l'arrivo di una volante che mai arriverà. Nel frattempo la sua abitazione diveniva bersaglio del gruppo con pietre e spranghe. Vigliacca è la compiacente neutralità dei carabinieri, poichè quando il ragazzo gambese che chiameremo B.B. viene nuovamente vessato, la volante, alla richiesta di un passante di fermarsi e intervenire, risponde sgommando e andandosene, intervenendo solo in un secondo momento quando l'aggressione si era già consumata. Il sindaco Massimo Mazzilli davanti alla noncuranza dei carabinieri nel soccorrere B.B. e al significato razzista e classista che racchiude tale mancanza, non solo riconferma la sua fiducia nelle forze dell'ordine, ma pure non perde l’occasione di strumentalizzare l'accaduto, per promuovere il nuovo sistema di telecamere che verrà presentato a breve dal Comune di Corato. Ancora una volta le istituzioni sminuiscono un atto di razzismo premeditato, definendolo “vile gesto perpetrato da balordi” col fine di ricondurre tutto a un banale e quantomai utile “problema di ordine pubblico” per proporre il solito trinomio: sicurezza uguale controllo poliziesco uguale repressione. 

Mentre condanniamo fermamente questa aggressione, di chiara matrice razzista, ci interroghiamo sulle ragioni, individuandone la causa nell'oppressione sociale e l'ignoranza indotta, che rende gli sfruttati e gli emarginati della società capitalista, per un attimo, carnefici di altri sfruttati. Alienata dalla metropoli e dall'assenza di luoghi di aggregazione, la gente comune vive sotto un bombardamento mediatico assillante, che racconta di un mondo di fantasia, dove la comune condizione sociale di sfruttamento non esiste, dove la contrapposizione sociale non esiste, ma esiste solo la roulette della fama e del successo. Troppo difficile spiegare perché la nostra vita è così differente da quello che si vede in televisione, molto più semplice inventare capri espiatori razziali, odiare il più debole, prendersela col diverso. Un migrante, uno che “ci ruba il lavoro!”, sapete, ci ruba quei bei posti di lavoro che si trovano in Italia, da sottopagati e sfruttati, è stato oggetto di aggressione da parte di chi non è capace di riconoscere in lui un suo simile per condizione sociale ed economica, è stato attaccato da chi sfoga la propria frustrazione nella maniera sbagliata, da chi è senza prospettiva di riscatto, da qualcuno che, la rabbia la sente nella pancia ma non sa da dove viene, come gestirla, cosa farsene. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a B.B. come a chiunque sia vittima di atteggiamenti di aggressione psicologica e fisica per motivi razziali. 

Sottolineiamo l'importanza di capire le ragioni di tali atteggiamenti e di scovare e rendere palesi le intenzioni di chi continuamente, con il proprio silenzio, sostiene atti del genere. Crediamo necessario denunciare i fatti e combattere chi alimenta questo stato di tensione perenne tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri , tra senza casa italiani e stranieri, tra precari italiani e stranieri. Sosteniamo con causa che, se si vuole individuare il responsabile, se si vuole mettere al muro chi davvero trae vantaggi dalla creazione di un clima di sospetto reciproco, di invidia e di competizione, dobbiamo ricercarlo in chi, da anni, attua politiche razziste e xenofobe (come la legge Turco-Napolitano prima, Bossi-Fini poi) con l’unico fine di tenere sotto controllo le trasformazioni sociali e sopprimere le battaglie politiche. La nostra rabbia è contro il capitale, il nostro nemico è la vostra repressione 

Collettivo Ex-Caserma Liberata

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