venerdì 3 ottobre 2014

I nostri corpi e la distopia della Realtà || Comunicato sugli ultimi sviluppi e la questione affidamento

[da dove siamo partiti]
Un collettivo, una occupazione come quella della Ex-Caserma Liberata non nasce dal nulla o dall’estemporaneità di una notte, ma dalla storia individuale e collettiva delle decine di persone che hanno deciso di occupare l’area della Ex Caserma Rossani. Storie che partono da lontano, dalla musica, dalla politica, dalle letture, dal desiderio di cambiare le cose, rivoltare l’esistente, non accontentarsi del dato, per creare alternative possibili e pratiche comuni. Storie che sono partite nei modi più disparati e che sono confluite in esperienze differenti, che si sono incontrate e scontrate nel tempo, che hanno condiviso idee, prospettive e pratiche di lotta.

[Atto I]
Una nuova traccia è stata segnata la sera del primo febbraio, quando è stata liberata dal silenzio, dal vuoto e dall’abbandono l'Ex Caserma Rossani, riempendola con i corpi, le idee, l’elaborazione politica e i bisogni di libertà in movimento che si sostengono sul sapere collettivo, sull’intreccio di bisogni, desideri, pratiche, idee, sullo scambio orizzontale e sul rifiuto del principio di delega e in poco più di sette mesi dal primo passo, sono state autofinanziate, grazie al contributo libero, oltre 120 iniziative politiche e sociali fra presentazioni, proiezioni, dibattiti, concerti, mostre, reading, djset, performance teatrali, libere e accessibili a chiunque ed al fuori di ogni logica di lucro. La posizione politica del collettivo è fissata sul murales all'ingresso:

LOTTARE, contro la speculazione, contro il progetto Fuksas e contro un'idea di città fatta solo di mattoni e decisioni calate dall’alto volte a soddisfare gli appetiti dei soliti imprenditori.
OCCUPARE, spazi da autogestire, per ribadire la centralità dei bisogni di chi non ha nulla, di chi non ha un lavoro e non lo avrà mai, di chi reclama reddito per vivere, di chi non si adatta ad una società che mercifica le relazioni.
RESISTERE, contro il capitale, contro lo sfruttamento, contro la guerra e contro la perdita di senso delle parole assecondate ai dettami del marketing e della pubblicità.


[l'amministrazione Scena prima / Emiliano]
l'atteggiamento dell'amministrazione Emiliano nei confronti del collettivo della Ex-Caserma Liberata è stato di fatto doppiogiochista e voltagabbana fra la delibera di divieto di accesso all'area e di uso delle strutture e dichiarazioni accomodanti a favore di telecamera. Alla richiesta di acqua e luce seguì la farsa della delibera del 15 aprile che prometteva, all'interno di un capestro che dipingeva il collettivo come “custode” a tempo determinato, senza soddisfare alcuna delle richieste avanzaate. In un successivo tragicomico incontro, circa 3 mesi dopo, l'oramai quasi ex sindaco Emiliano ebbe ad affermare: “ma come, non vi hanno dato acqua e luce ?” scaricando la responsabilità sui burocrati del comune e relativi uffici (in)competenti e di fatto svelando il velo di Arianna sulle reali scelte del sindaco sceriffo ovvero non fare nulla e lavarsene le mani.


[l'amministrazione Scena prima/2 / Fuksas e la speculazione]
l'occupazione rivela e mette in luce l'affaire Fuksas che da tempo scorreva nel sottosuolo degli incontri informali fra pubblici amministratori e professionisti “consulenti” per conto di imprese private, ovvero gli ingredienti tipici delle speculazioni edilizie. Sull'area della Ex-Caserma Rossani era prevista una mega speculazione firmata Fuksas e destinata a riempire le tasche dei palazzinari, perennemente inquisiti, di terra di Bari. Da un lato Fuksas ha vinto il Concorso di Idee – Bari Centrale – con un progetto che prevedeva un'auditorium, parcheggio interrato e una collina artificiale, dall’altro firma un contratto in forma di RTP (Raggruppamento temporaneo di professionisti guidato dallo stesso Fuksas) per la realizzazione di opere non definite se non come parco urbano, che insistono sulla stessa area e per le quali non era prevista alcuna progettazione partecipata. In seguito alla pressione che il collettivo e i comitati cittadini hanno esercitato prima e durante la firma dell'incarico fra Fuksas e l’amministrazione Emiliano, il Progetto dell’auditorium veniene “cancellato”. Rimane il fatto che Fuksas ha firmato un incarico che di fatto riguarda un’area che non comprende solo la Rossani, ma che prevede una meccanismo a successivi incarichi per la realizzazione di una “grande opera” lungo tutto lo snodo ferroviario fino all'immensa area del conservatorio e la pubblicazione di alcune bozze rilasciate dallo stesso Fuksas mostrano in maniera evidente la presenza di decine di nuove costruzioni ad uso abitativo e commerciale.


[l'amministrazione Scena seconda / Decaro]
La nuova amministrazione si presenta ai cancelli della Ex-Caserma Liberata diverse volte, sia in maniera informale che formale, proponendo nei fatti un riconoscimento del valore sociale e politico delle attività portate avanti dal collettivo all'interno della Ex-Caserma Rossani tramite l'affidamento, attraverso un comodato d'uso temporaneo, di una parte definita dell'area. Da un lato una possibile vittoria politica, dall'altro un tentativo di normalizzazione di una rara esperienza non allineata. Un collettivo per quanto coeso, vacilla sempre di fronte alle trattative con le pubbliche amministrazioni semplicemente per un trascorso fatto di sgomberi, denunce, trattative farlocche, prese in giro, fino a vere e proprie persecuzioni personali. La decisione presa dopo lunghe assemblee è stata quella di provare a perseguire la strada proposta con tutte le riserve del caso.


[l'amministrazione Scena seconda/2 / Fuksas e la progettazione partecipata]
L’amministrazione Decaro, da l’impressione di cambiare registro relativamente al futuro dell’area dell’Ex-Caserma Rossani e per voce di numerosi assessori, preme affinchè l’incarico affidato a Fuksas sia governato da una azione di progettazione partecipata per la realizzazione di un parco urbano sull’area ove attualmente insiste lo skatepark. Viene emanato un bando per la ricerca di due facilitatori, un grafico e uno sviluppatore di piattaforme web e vengono fatti proclami su i media in merito al futuro laboratorio di progettazione partecipata che dovrà affrontare la questione parco urbano.Nel merito della vicenda le posizioni politiche espresse del collettivo Ex-Caserma Liberata non mutano rispetto al passato in quanto se crediamo che l’autogestione e l’autorganizzazione siano la strada da percorrere per cambiare lo stato delle cose presenti, crediamo anche che una vera progettazione partecipata debba tenere conto delle esperienze pregresse di chi su quell’area insiste con il proprio operato e che debba essere veramente partecipata, sia da coloro che su quell’area hanno sempre lavorato politicamente contro la speculazione e cementificazione sia da quei cittadini che intendono operare per migliorare quelle che sono le condizioni dell’area.

Una vera progettazione partecipata non può essere una sofisticata tecnica comunicativa né una parola dorata con cui farsi campagna elettorale, ma è in grado di creare “comunità”, la dove tutto concorre alla crescita del senso di appartenenza e quindi in definitiva, alla produzione di “nuovo territorio” sottratto alla cementificazione, all’inquinamento e restituito alla terra ed alle attività sociali.
Una vera progettazione partecipata non prevede la presenza di personaggi come Fuksas, che non rappresentano altro che consumo, metricubi di cemento, auditorium immensi (in una città che non ha teatri, cinema veri…), consulenze architettoniche e macchine trita soldi come se non ci fosse un domani.

[Considerazioni]
Noi siamo un collettivo eterogeneo di antagonisti e ribelli che perseguono collettivamente, attraverso la discussione assembleare e la pratica dell’autorganizzazione un diverso modo di intendere la politica, la socialità e le relazioni, rispetto alla parcellizzazione del singolo cittadino che considera la propria opinione come la verità assoluta, in quanto non più in grado di confrontarla con quella degli altri.
Gli amministratori di questa città, negli ultimi 20 anni, indipendentemente dal colore “politico”, sono stati sempre compiacenti agli interessi delle solite famiglie di palazzinari e degli speculatori di turno, se non correi, per interessi personali ed i numerosissimi scandali edilizi e finanziari fatti di sequestri ed inchieste non sono altro che la triste contabilità per anni avvenire.Noi, da sempre, non ci fidiamo, ma siamo qui a giocare con voi una una partita che si gioca comunque sulla nostra pelle e di questo, potete starne certi, noi ne terremo conto.

[e la storia continua]
Nei prossimi giorni continueranno gli incontri tra rappresentanti del collettivo (sempre differenti) e l’amministrazione cittadina al fine di definire, i termini - dell’affidamento – e la veste formale attraverso la quale trovare una sintesi.
L’affidamento non è che un vestito giuridico che veste stretto al processo di autogestione portato avanti all’interno della caserma Rossani. Rimane però, uno strumento per continuare a determinare la progettazione dell’area in maniera collettiva e preservare l’esistente. Continuare a tenere alta l’attenzione sul futuro progetto della Rossani, dare spazi e tempi a una collettività che si incontra, si organizza, si parla in un melting pot di idee, controculture e iniziative preziose per questa città in uno stato sempre più comatoso, sono degli obiettivi politici che vogliamo porci e che rimarcano la differenza fra il movimento e uno spazio fisico.
Il nostro collettivo non sceglie un cambio di forma ma tiene aperte le porte su differenti livelli di lotta, mentre continuerà a percorrere le proprie, in un luogo che non ha intenzione di abbandonare.


Collettivo Ex-Caserma Liberata

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