venerdì 19 settembre 2014

Poeti per la Rivoluzione - Sarah Menefee alla Ex-Caserma Liberata

“Il sapere rende liberi, è l’ignoranza che rende prigionieri” (Socrate) 

Per questo crediamo che sia fondamentale promuovere e diffondere la cultura in quanto strumento di lettura critica del mondo. Quando la scuola e l’università pubblica vengono spogliate del loro compito di formazione e diventano produttori di crediti in serie, quando la televisione banalizza e uniforma a ribasso l’immaginario collettivo, quando l’editoria si lascia schiacciare dalle richieste del mercato, scegliere di investire risorse ed energie comuni nella costruzione di iniziative culturali, slegate dalle logiche del mercato e dell’eventismo” e che allarghino gli orizzonti del pensiero critico, è vera e propria lotta per la libertà. 



Negli Stati Uniti, in un esercito di poeti – tra cui rappers hip-hop e specialisti in rime – ce ne sono alcuni preziosi, quelli socialmente e politicamente impegnati, quei poeti che hanno individuato nei più emarginati, nei senzatetto, nei dilaniati da povertà e guerra e nella gente accartocciata e gettata in strada la bellezza e il potenziale rivoluzionario facendone il cuore della loro poesia. 
Ora, grazie alle traduzioni di Raffaella Marzano, gli italiani potranno di nuovo riconoscere una compagna della loro sensibilità, quella “stella umana” che è Sarah Menefee. 

ore 19:00 Libreria Sociale Pavloss Fyssas 
Al fianco degli homeless – presentazione del libro Stella umana

___________________________ Chi è Sarah Menfee?

Sarah Menefee nata a Chicago nel 1946, è cresciuta a Reno nel Nevada e vive a San Francisco dal 1978. Poeta, artista, giornalista, fotografa è membro fondatore di Occupy San Francisco e di gruppi come Homes Not Jails, della League of Revolutionaries for a New America e della Revolutionary Poets Brigade. Corrispondente del People’s Tribune è profondamente impegnata nel lavoro a favore degli homeless con gruppi e organizzazioni come la San Francisco Union of the Homeless, la Food Not Bombs e la Homeless Task Force e partecipa alla realizzazione del giornale degli homeless di San Francisco, Street Sheet. Ha lavorato come infermiera, cameriera, barista, ballerina, assicuratrice e negli ultimi decenni come libraia. Ha insegnato poesia a ex detenuti, donne senza fissa dimora, nelle scuole elementari e superiori, a malati di AIDS, in programmi per tossicodipendenti, nelle carceri, nei centri per anziani. Ha partecipato a molte azioni e campagne politiche (scioperi, occupazioni, azioni di disobbedienza civile e azioni di resistenza alle retate della polizia negli accampamenti di homeless). È stata portata in giudizio nel 1991 per aver dato cibo agli affamati "senza permesso" con il gruppo "Food Not Bomb", ma dopo sei mesi di campagna pubblica organizzata a suo favore le accuse sono state fatte cadere. Ha tenuto letture nella Bay Area, negli Stati Uniti e in Italia. Ha partecipato al Festival internazionale di poesia di San Francisco nel 2007, 2009 e 2012. È stata invitata al Festival internazionale di poesia di Baghdad, in Iraq nel 2013. In Italia Sarah Menefee ha già pubblicato con la Multimedia edizioni le raccolte di poesia Il sangue intorno al cuore e Questa mano peritura. Sarah Menefee è la poetessa americana che, più di chiunque altro, ha fatto della New Class, persone vittime di un barbaro sistema capitalista, il rivoluzionario tema della sua brillante sensibilità. Un Must-Read! Jack Hirschman Le poesie di Sarah Menefee impongono la riflessione e sono profondamente commoventi poiché pongono l'intimo all'interno dello spoglio paesaggio sociale e dell'essere senza casa e del bisogno. Al centro del testo c'è il cuore umano, le voci dell'“io” e dell’“altro”. (...) il lettore è in grado di accostarsi, io credo, ai microcosmi di oppressione, violenza e miseria su cui poggia il grande impero. La parola di Sarah Menefee nasce dai non-luoghi formali del vivere politico e sociale. Anzi, del vivere in quanto tale, cioè della vita di tutti i giorni. È questa, la cinica rappresentazione del nostro (cioè, non unicamente americano) vivere distopico, l’essenza della poesia di Sarah Menefee, dove si traduce il suo assiduo lavoro rivoluzionario. Bruno Gullì Il verso di Sarah Menefee risale e trae voce dall’umanità ridotta a contar meno della spazzatura a causa della povertà e dell’emarginazione sociale e ne esprime l’abbandono e il dolore; è un verso ridotto a scheggia da una grande rabbia che ha fatto esplodere la poesia in atroci frammenti.

venerdì 5 settembre 2014

Sull'aggressione di stampo razzista a Corato il 2 Settembre 2014

L'ennesima aggressione con connotazione razzista è avvenuta questa volta a Corato, il 2 settembre, nei confronti di un ragazzo gambese che, “sorpreso” a camminare per strada, veniva fatto oggetto di scherno e deriso, picchiato, inseguito fin dentro casa. Il comportamento delle “forze dell'ordine” è stato quantomeno ritardatario e vigliacco: ritardatario quando il ragazzo va a citofonare ai carabinieri, dopo la prima aggressione, e attende inutilmente per più di dieci minuti l'arrivo di una volante che mai arriverà. Nel frattempo la sua abitazione diveniva bersaglio del gruppo con pietre e spranghe. Vigliacca è la compiacente neutralità dei carabinieri, poichè quando il ragazzo gambese che chiameremo B.B. viene nuovamente vessato, la volante, alla richiesta di un passante di fermarsi e intervenire, risponde sgommando e andandosene, intervenendo solo in un secondo momento quando l'aggressione si era già consumata. Il sindaco Massimo Mazzilli davanti alla noncuranza dei carabinieri nel soccorrere B.B. e al significato razzista e classista che racchiude tale mancanza, non solo riconferma la sua fiducia nelle forze dell'ordine, ma pure non perde l’occasione di strumentalizzare l'accaduto, per promuovere il nuovo sistema di telecamere che verrà presentato a breve dal Comune di Corato. Ancora una volta le istituzioni sminuiscono un atto di razzismo premeditato, definendolo “vile gesto perpetrato da balordi” col fine di ricondurre tutto a un banale e quantomai utile “problema di ordine pubblico” per proporre il solito trinomio: sicurezza uguale controllo poliziesco uguale repressione. 

Mentre condanniamo fermamente questa aggressione, di chiara matrice razzista, ci interroghiamo sulle ragioni, individuandone la causa nell'oppressione sociale e l'ignoranza indotta, che rende gli sfruttati e gli emarginati della società capitalista, per un attimo, carnefici di altri sfruttati. Alienata dalla metropoli e dall'assenza di luoghi di aggregazione, la gente comune vive sotto un bombardamento mediatico assillante, che racconta di un mondo di fantasia, dove la comune condizione sociale di sfruttamento non esiste, dove la contrapposizione sociale non esiste, ma esiste solo la roulette della fama e del successo. Troppo difficile spiegare perché la nostra vita è così differente da quello che si vede in televisione, molto più semplice inventare capri espiatori razziali, odiare il più debole, prendersela col diverso. Un migrante, uno che “ci ruba il lavoro!”, sapete, ci ruba quei bei posti di lavoro che si trovano in Italia, da sottopagati e sfruttati, è stato oggetto di aggressione da parte di chi non è capace di riconoscere in lui un suo simile per condizione sociale ed economica, è stato attaccato da chi sfoga la propria frustrazione nella maniera sbagliata, da chi è senza prospettiva di riscatto, da qualcuno che, la rabbia la sente nella pancia ma non sa da dove viene, come gestirla, cosa farsene. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a B.B. come a chiunque sia vittima di atteggiamenti di aggressione psicologica e fisica per motivi razziali. 

Sottolineiamo l'importanza di capire le ragioni di tali atteggiamenti e di scovare e rendere palesi le intenzioni di chi continuamente, con il proprio silenzio, sostiene atti del genere. Crediamo necessario denunciare i fatti e combattere chi alimenta questo stato di tensione perenne tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri , tra senza casa italiani e stranieri, tra precari italiani e stranieri. Sosteniamo con causa che, se si vuole individuare il responsabile, se si vuole mettere al muro chi davvero trae vantaggi dalla creazione di un clima di sospetto reciproco, di invidia e di competizione, dobbiamo ricercarlo in chi, da anni, attua politiche razziste e xenofobe (come la legge Turco-Napolitano prima, Bossi-Fini poi) con l’unico fine di tenere sotto controllo le trasformazioni sociali e sopprimere le battaglie politiche. La nostra rabbia è contro il capitale, il nostro nemico è la vostra repressione 

Collettivo Ex-Caserma Liberata